giovedì 21 novembre 2013

The Weight



Da tempo volevo scrivere un post su una canzone, ma non riuscivo a convincermi su quale. Le persone a cui ne ho parlato mi hanno consigliato di farmi guidare dall'istinto, senza preoccuparmi di quello che avrei scritto. Alla fine ho seguito il loro consiglio, ma solo a metà. Ho scelto una canzone che,personalmente, considero un capolavoro dalla prima volta che l'ho ascoltata e che ancora oggi pare offrirmi sempre nuovi spunti di riflessione, ma se il mio istinto ha guidato la scelta del brano, non altrettanto ha fatto per la sua, diciamo così anche se è brutto, analisi. Non ho resistito alla tentazione di consultare qualcuno più qualificato a spiegare cosa significhino le canzoni, se mai può esserci un significato solo. 
La canzone a cui dedico questo nuovo post si chiama "The Weight" ed è stata pubblicata nel 1968 sull'album "Music From the Big Pink" del gruppo "The Band". All'epoca non ebbe molto successo, ma in pochi anni divenne un simbolo quasi sacrale della musica americana,cosa che ancora oggi resta, forse più per il suo tagliente attaccamento al folk delle origini condito dalla "southern voice" di Levon Helm che per il suo testo. Eppure è del testo che voglio parlare, così criptico, iconico, certamente con un soffio biblico ma privo di qualsivoglia forma di sacralità. Un testo che, perdonatemi lo sfarzo, considero poesia. Robbie Robertson ,chitarrista del gruppo e principale autore del testo, lo definisce un pezzo sulla "impossibilità della santità" o sulla "impossibilità di fare il bene". Ho deciso di postare il testo completo della canzone, intervallando ogni strofa con quello che ognuna mi rappresenta. Non è un esercizio stilistico, non è una recensione. E' un flusso di sensazioni, slegate, probabilmente senza logica, ancora più probabilmente lontane dal suo reale significato. Ma le canzoni non hanno una interpretazione autentica da seguire, e ,una volta fatte, sono come un po' proprietà di chi le ascolta. Lasciatemi allora per pochi istanti appropriarmi di questa canzone.

The Weight

I pulled into Nazareth, was feelin' about half past dead
I just need some place where I can lay my head
"Hey, mister, can you tell me where a man might find a bed?"
He just grinned and shook my hand, "no" was all he said

La canzone inizia come più semplicemente non potrebbe iniziare: con un viaggio. E badate di non farvi ingannare dal nome della città. Quest'uomo arriva a Nazareth, ma Nazareth non è solo luogo di evangeliche memorie, è anche una città degli Stati Uniti, della Pensylvania per essere più precisi. Del viaggiatore non sappiamo nulla, se non che è molto stanco, mezzo morto addirittura, e la prima cosa che cerca in città è un posto dove dormire. Ora, non mi sento di escludere che l'autore volesse riferirsi in qualche modo anche alla Nazareth che tutti conosciamo, ma mi sembra più probabile che quel nome stia a rappresentare una fortunata(e geniale) coincidenza: la nostra storia comincia con un uomo che va a Nazareth in cerca di risposo. In cerca di salvezza, forse. Ma la sua richiesta di viandante, quasi ingenua nella sua semplicità, si scontra con il gesto quasi sarcastico dell'uomo che gli stringe la mano, e nega di sapergli indicare un posto dove trovare un letto.

Take a load off, Fanny
Take a load for free
Take a load off, Fanny
And (and) (and) you put the load right on me
(You put the load right on me)

Il ritornello verrà ripetuto alla fine di ogni strofa, ed è sempre uguale. Al primo ascolto risulta indubbiamente criptico: il protagonista chiede a Fanny di togliersi un peso dalle spalle e di darlo a lui. E' la rappresentazione in forma quasi invocativa di un semplice atto di bene, di un tentativo di fare il bene, ma per ora rimane slegato, avulso da tutto il resto. C'è un uomo che ha accettato di portare un peso sulle spalle, ma il suo scopo e il suo futuro sono ancora ignoti.

I picked up my bag, I went lookin' for a place to hide
When I saw Carmen and the Devil walkin' side by side
I said, "Hey, Carmen, come on let's go downtown"
She said, "I gotta go but my friend can stick around"

La canzone procede per scene, una dopo l'altra, in stretto ordine cronologico, che si ripetono all'interno di una catena del tempo senza soluzioni di continuità, quasi patetica nel suo ossessivo scorrimento fra un momento e l'altro. Il viaggiatore prende la sua borsa(e forse che non sia il peso di cui parlava prima?) e cerca un posto per nascondersi, dopo che un primo aiuto gli è stato rifiutato. E, vagando per le strade della sua Nazareth, incontra Carmen e il diavolo che camminano fianco a fianco. Anche qui gli autori del brano hanno sempre affermato che le persone citate siano reali conoscenze della band e non personaggi di fantasia. In ogni caso poco importa: l'uomo è amico di Carmen, forse la ama, forse desidera solo conoscerla di più, ma lei è a fianco del diavolo e non pare volersene separare. Il viandante rivolge allora un'altra frase(ne rivolge una per ogni strofa, esclusi i ritornelli) e chiede di poter camminare insieme a lei. E' un tentativo di un uomo solo e buono di raggiungere una donna? Forse è solo un gesto d'affetto, senza pretese, e comunque non ricambiato, perchè Carmen se ne va, ma lascia intendere che il suo amico(cioè il Diavolo) può restare a fare un giro.

Go down, Miss Moses, there's nothin' you can say
It's just ol' Luke and Luke's waitin' on the Judgment Day
"Well, Luke, my friend, what about young Anna Lee?"
He said, "Do me a favor, son, won't you stay and keep Anna Lee company?"

Qui il simbolismo pare davvero essere quasi tutto(se non tutto). In Miss Moses qualcuno ha voluto individuare una rappresentante del movimento per i diritti civili a cui il protagonista consiglia di rinunciare a convincere Luke ad appoggiare le sue battaglie, perché l'uomo è troppo impegnato ad aspettare il giorno del giudizio. L'interpretazione è affascinante, ma per me è un po' pretestuosa. Mi riesce più facile immaginare, nella mente dello scrittore, due personaggi che altro non rappresentano se non la volontà di aprire gli occhi di fronte al mondo, di farsi carico di quel "peso" che il nostro stesso protagonista porta, e, dall'altra parte, la sua completa negazione, il trionfo dell'accidia confortata dalla inutile fede in un giorno del giudizio che si spera essere la realizzazione della giustizia divina. Uno strano dualismo tra "fare" e "non fare" che pare radicalizzato da Luke anche nei due versi successivi, ove il protagonista gli chiede che cosa ne sia stato della giovane Anna Lee(forse compagna dello stesso Luke, o magari sua figlia) e lui, colto in un'indifferenza assorta nella contemplazione di una ventura apocalisse, mortifica ancora una volta le speranze del viaggiatore, chiedendogli di badare lui ad Anna Lee, e di farle compagnia. Qui la catena degli eventi inizia a svilupparsi appieno e si iniziano a capire le intenzioni dell'autore: ogni tentativo di bene del protagonista è respinto e seguito da altre richieste di bene. E' la paralisi della fratellanza, l'assoluta inutilità del farsi carico di qualcosa che nessuno pare essere in grado di capire, perchè nascosti dietro all'ignoranza(l'uomo della prima strofa), a proprie amicizie o compagnie(Carmen) oppure a un improbabile avvenire(Luke e il suo giorno del giudizio). A questo punto verrebbe spontaneo chiedersi: ma è possibile allora fare il bene? E se sì, che senso avrebbe?

Crazy Chester followed me and he caught me in the fog
He said, "I will fix your rack if you'll take Jack, my dog"
I said, "Wait a minute, Chester, you know I'm a peaceful man"
He said, "That's okay, boy, won't you feed him when you can"

Per capire questa strofa ho dovuto rifarmi alla vera identità dello strano "Crazy Chester". Ho scoperto che si tratta di un uomo di Fayetteville, anch'egli conoscenza della Band, che si divertiva a fare lo sceriffo del quartiere, girando imbottito di armi e presidiando la tranquillità del circondario. E' lui che pare accogliere il viandante, cogliendolo nella nebbia(forse la nebbia come disperazione) e gli propone uno scambio: gli sistemerà un posto dove dormire, ma solo a patto che lui badi al suo cane, Jack. Pensando alla reale attività dell'uomo verrebbe da chiedersi se Jack non sia in realtà un nomignolo per un fucile, cosa che pare confermata anche dal terzo verso, ove il protagonista pare riflettere sulla richiesta di Chester, dichiarandosi un uomo pacifico. Ma ,ancora una volta, la risposta dell'altro lascia senza speranze: è tutto ok, dovrà solo dar da mangiare al cane ogni volta che potrà. Significa sparare? Non so, ma sicuramente significa un altro peso, oltre a quello che l'uomo già porta sulle spalle. Il susseguirsi di personaggi lascia nella trama della vicenda una traccia ben marcata: quella di un rifiuto, di un tradimento, di una impermeabilità ai sacrifici del bene, che alla quarta strofa pare davvero togliere tutto il senso alle figure che il viandante incontra. Sono come marionette, burattini che ripetono frasi indifferenti alle preghiere, alle parole, ai gesti, al bisogno di una pur minimale relazione. 

Catch a cannon ball now to take me down the line
My bag is sinkin' low and I do believe it's time
To get back to Miss Fanny, you know she's the only one
Who sent me here with her regards for everyone

Come nelle migliori favole e poesie  è alla fine che il senso viene svelato e, come nelle favole o poesie che preferisco, è alla fine che va messa la luce e viene ammantato di luce il perché. La palla di cannone è in realtà un termine slang per definire un treno: il nostro viandante sta andando via ed il suo morale è basso(my bag is sinkin' low) e non potrebbe essere altrimenti: probabilmente anche lui si chiede se ci sia una ragione dietro al reiterato rifiuto di accettare la sua generosità, la sua volontà di realizzare ciò che è buono al mondo. Ma la sua risposta l'ha già trovata: se ne tornerà da Miss Fanny, che è quella che l'ha inviato con la missione di portare i suoi saluti a tutti quanti. Saluti per chi non ha risposto. Saluti per chi s'è allontanato. Saluti per chi, per noi, non se li meritava. Ma questo è il peso della storia: lui ha accettato di andare a Nazareth solo per portare i saluti. Saluto come gesto di riconoscenza, nel senso di riconoscere l'esistenza di un'altra persona. La missione era questa: comunicare agli altri la consapevolezza di vivere in comunità. Tanto significa che gli altri non abbiano colto il saluto, ma altrettanto significa che almeno lui, il viandante, l'abbia fatto, al punto da partire per poterlo dare agli altri. E nel suo ritorno da Fanny forse non troverà la risposta alle sue domande, ma troverà una persona con cui ha accettato un rapporto, qualunque esso sia, l'unico vero scambio fra due persone in tutto il corso della vicenda. E allora non può che chiudersi, la canzone, con quella filastrocca dal sapore infantile del ritornello: togliti un peso Fanny, e metti il peso su di me. Forse diventare santi è impossibile, ma ,in una persona, s'è svelata almeno la possibilità del bene, e la razionalità del bene. 

Ovviamente questa è una visione personale della canzone, magari troppo ottimistica, ma a me piace così. La pagina di Wikipedia in inglese dedicata al pezzo contiene numerose altre interessanti informazioni, come le fonti di ispirazione che mossero gli autori di questa canzone e altre curiosità sul significato delle sue liriche. Per chi ne avesse voglia, non potevo esimermi dall'aggiungere il link al brano: si tratta di una versione live del 1983, a mio parere la migliore versione live di "The Weight" reperibile in internet. Buon ascolto


11 commenti:

  1. bellissimo articolo, complimenti :)

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    1. Grazie mille! Scrivere a proposito di qualcosa di così personale come le sensazioni scatenate da una canzone lascia sempre con un po' di incertezza. Non tanto per vergogna o timore di rivelarsi, ma proprio per la difficoltà di dare una forma compiuta alle immagini nate dall'ascolto! Spero di esserci riuscito almeno discretamente!

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  2. mi sono sempre chiesto il significato di questa canzone...grazie !

    la mia versione preferita è quella contenuta in The last waltz.

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  3. Che bello questo scritto!grazie del tuo ottimismo ☺

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  4. Bel commento... Ho risentito questa canzone recentemente vedendo un film con Jane Fonda (peace, love & misunderstanding) e mi sono messo alla caccia del suo significato... A una sommaria lettura del testo ho pensato che questa è una canzone dedicata allo 'scaricabarile', atteggiamento molto di voga, e sicuramente quando una persona ha un fardello di responsabilità da portarsi dietro per diverse ragioni, perchè dovrebbe illudersi che altri lo possano aiutare. Dopo aver letto invece questa bella interpretazione, posso solo dire che forse la morale della canzone è che è inutile cercare di donare la propria generosità a tutti, anche a persone che non sono in grado di riconoscerla o che possono pensare che in questo atto ci sia un secondo fine,... la generosità va donata solo alle persone che ci amano e che sono in grado di riconoscere la purezza e il disinteresse di un gestoindividuale... Il ragionamento sul collettivo e il resto dell'umanità lo lascereiminvece sullo sfondo...
    Grazie comunque delle tue riflessioni.

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  5. Grazie! Non ci avevo capito nulla, mi hai aperto gli occhi :-)

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  6. ottimo post. stavo cercando qualche interpretazione di questo pezzo e devo dire che la tua è molto bella. Mi piace che il viandante, anche se si è subito una bella dose di cinismo, sia anche riuscito a fare ciò che intendeva nel ritornello. un po' di male per un po' di bene.

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  7. Splendida interpretazione di questa poesia senza tempo

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  8. Come assevera il maestro Scardovelli M. il peso si scarica in una sola maniera, facendo scorrere il cursore dal Edonismo al Sociale.

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